Combray

I’m back trallallero

In Cinema, Cultura, Letteratura, Libri, News, Poesia, Politica on 2 marzo 2014 at 08:03

la dottoressa del distretto militare

Ero seduto sulla tazza del bagno mentre con il mio nuovo tecnologico dispositivo (uno smartphone con tubo a raggi catodici) stavo vedendo l’ultimo film di Paolo Virzì e, mentre attendevo l’evolversi degli eventi, dai futuri sviluppi del piano economico dell’hipster-governo Renzi, ai futuri sviluppi del mio intestino tenue (o tenue intestino che ha insito un qualcosa di più poetico), riflettevo sul senso di sbandamento a cui il mio io intellettuale era stato sottoposto negli ultimi due mesi, da quando cioè la decisione della chiusura di questo spazio era stata presa.

Mi sovvenne che, nella decisione finale, non poco aveva influito un insieme di stati d’animo che andavano dall’inadeguatezza culturale a cui fin da giovane ero stato mio malgrado sottoposto, al desiderio recondito e violento di partecipare anche io al grande banchetto, ospite dei fini intellettuali che rassettavano alla bell’è meglio la squallida vicenda culturale italiana.

Non volli sottomettermi alla triste compiacenza che albergava nelle conventicole del cazzo che osservavo nei cineforum, nelle biblioteche, nelle associazioni culturali, continuai allora solitario, altero ma non più triste, giulivo ma non ancora ebete, consapevole finalmente del mio ruolo che avrebbe giocato un ruolo decisivo nel riassetto politico dello scacchiere della sapienza italiana. Ebbi allora la cerulea visione di quello che questo ordine avrebbe comportato; serietà, onestà, cipiglio e volgare strafottenza, qualità di cui tutto sommato non ero sprovvisto.

La sequenza dell’arrivo di Edwige Fenech nel distretto militare, con in sottofondo la musica del maestro Piero Umiliani, beh valeva da sola tutta la filmografia di Paolo Virzì e Nando Cicero un maestro colpevolmente dimenticato.

Lascia un commento