Finalmente il cerchio si chiude. L’anello darwiniano che cercavo entra in mio possesso. Trattasi di: Segnalazioni cinematografiche Volume 82-1977, in copertina Henry Fonda e Toshiro Mifune in un fotogramma tratto da Battle of Midway. Nella confusione degli anni di piombo, fra tensioni sociali, strategia della tensione e Lucio Battisti che cantava non c’è tensione, il critico pastorale del Centro Cattolico Cinematografico può visionare l’originale da cui tutto ebbe inizio: Deep Throat del 1972 che in Italia diventerà La vera Gola Profonda. Per motivi commerciali legati alla distribuzione, infatti, nel nostro paese uscì prima Deep Throat II tradotto in Gola Profonda, generando non poca confusione fra gli appassionati.
Fiducioso nella natura umana, confidando in una possibile redenzione di Gerard Damiano, il regista, e Linda Lovelace, la protagonista, K. visiona, giudica e annota anche questo film. Esiste un precedente, si potrebbe non citare quest’opera e basta, ma bisogna soddisfare la pruderie di chi, per motivi contingenti, l’età o il paesino sperduto, dovrà per forza privarsene. Cassette e dvd sono ancora lontani e i superotto spesso si inceppano sul più bello. La trama viene descritta minuziosamente, omettendo però particolari importanti e fondamentali.
Infatti: “Linda Lovelace, preoccupata perchè nel corso delle sue numerose prestazioni amorose mercenarie non prova il massimo piacere, si confida con l’amica e collega Jenny che le consiglia dopo una intensa e inutile ulteriore esperienza, di ricorrere al sessuologo Freudus. Finita, invece, nello studio di Jung, rivale di Freudus, Linda si scopre affetta da una strana anomalia sessuale e si assesta presso lo studioso come assistente (…) ”. Qual è la strana anomalia sessuale di cui è affetta Linda Lovelace? C’è qualche legame fra questa presunta anomalia ed il titolo del film?
La valutazione pastorale che segue, è intrisa di epiteti ingiuriosi, frammisti a profezie apocalittiche sul futuro della pornografia. Se da un lato si condanna duramente l’opera di Damiano, che ha peraltro un finale surrealisticamente poetico montato in maniera magistrale, dall’altro si auspica, chiaramente non in maniera diretta ma leggendo fra le righe, un proliferare di gole profonde più o meno colorate.
“L’indescrivibile intruglio, imbottito di cretinaggine, di livello tecnico men che amatoriale, lurido oltre ogni dire, esige un cenno più come simbolo estremo di «malcostume cinematografico» che come pellicola. Infatti, comparso negli Stati Uniti e in Francia come pornofilm (ampiamente reclamizzato per essere «hard-core», ovverossia «senza finzioni» nelle prestazioni erotiche), ha fatto una barca di soldi. (…) Va notato che, in definitiva, si tratta di un volgarissimo e aberrante prodotto, girato a 16mm, probabilmente per nutrire qualche segreto club di guardoni. (…) Se altamente immorale è il film, non meno diabolica è la serie di manovre della pubblicità: e assai allarmanti sono gli annunci di prossime gole profonde nere, gialle, orientali, e così via! Inaccetabile/aberrante”.