Paola Barbara è Maria, una ragazza di provincia che rimane incinta e viene abbandonata da Alberto (Gino Cervi) il suo fidanzato. Maria ritrovatasi sola viene accolta in una clinica per ragazze madri e lì partorisce. Il bambino muore poco dopo, Maria accetta allora di fare da balia al figlio di una coppia di contadini Andrea (Camillo Pilotto) e Adele (Anna Maria Falchi). Quando la coppia riprende a casa il bambino svezzato, Maria è accolta con affetto dalla famiglia di contadini e si stabilisce in campagna.
Qui viene insidiata da Salvatore (Fosco Giachetti) il fratello di Adele. Decide quindi di trasferirsi in città, dove trova lavoro come commessa in un negozio. E’ in città che conosce Pietro (Vittorio De Sica) con cui si fidanza e finalmente immagina un futuro migliore. Pietro è però nei guai per debiti vari e cambiali in protesto; viene arrestato. Maria finisce allora nel giro del signor Ottavio (Piero Carnabuci), un losco viveur che gestisce una lussuosa casa di appuntamenti.
Tutto questo preambolo, rappresenta un lungo flash-back che Maria ha durante un sonno agitato per via della malattia di Anna (Armida Bonocore) una ragazza che lavora con lei nella casa. La mattina Anna muore, Maria decide di lasciare la casa di tolleranza e si rifugia in un albergo. Intanto Pietro, uscito di prigione, lavora nella lavanderia dei suoi genitori dove Maria si reca per cercare lavoro. Viene assunta come operaia per qualche giorno fino a quando non viene scoperto il suo passato da prostituta e licenziata. Disperata Maria torna in campagna dalla coppia di contadini che l’avevano aiutata, incontra Alberto il fidanzato che l’aveva abbandonata, poi dalla madre a cui chiede perdono mentre Pietro è sulle sue tracce per riappacificarsi.
Ultimo film di Amleto Palermi, “La peccatrice” uscito nel 1940, vede come come sceneggiatori i creatori del Centro Sperimentale di Cinematografia Umberto Barbaro, Francesco Pasinetti e Luigi Chiarini. I divi maschili di quegli anni ci sono tutti: Vittorio De Sica, Gino Cervi e Fosco Giachetti. Ma siamo nel 1940, il cinema dei telefoni bianchi ha delle crepe in cui si insinua, complice la guerra, una narrazione più elaborata e sociale, modificando le storie lievi di pochi anni prima. Paola Barbara, qui nel suo film più importante, pone le basi per la futura Yvonne Sanson di Matarazzo, tratteggiando una donna sola ed incolpevole di fronte alla società ed agli uomini.
Non un solo uomo nel film rappresenta valori positivi, da Gino Cervi che l’abbandona a Vittorio De Sica che la inganna sui suoi loschi traffici, dal signor Ottavio che la costringerà a prostituirsi a Fosco Giachetti che tenterà di violentarla nella casa di campagna. Forse, non volendolo ed inconsapevolmente, il cinema di quegli anni in alcuni film mostrava la vera natura della società italiana del tempo, retrograda e maschilista.
Vi rimando come sempre su You Tube per alcune sequenze che ho caricato.