Combray

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Svaghi malsani

In Cinema on 31 marzo 2012 at 14:45

…e quindi la possibilità di lotta fra il teatro ottico ed il nascente spettacolo cinematografico era impari. Il nuovo secolo era attratto dal realismo del cinematografo, la camera veniva posta su di un marciapiede o su di una strada a riprendeva la vita, l’anonimo passeggiare di sconosciuti lungo il boulevard des Italiens o de la Madaleine. Le pellicole di Emile erano sogno utopico di un artigiano che disegnava e colorava su pellicola direttamente i propri film, mesi di lavoro per pochi minuti di proiezione.

Coniò il termine Pantomime Luminose in omaggio al grande teatro dei mimi di metà ottocento ed al più grande Pierrot della storia del teatro, quel Jean-Gaspard Debureau che tra il 1826 ed il 1840 sarà protagonista principe al Théâtre des Funambules e che rappresentò sempre, in tutta la sua carriera, l’uomo in costume bianco con neri bottoni e volto di biacca, emblema e simbolo dell’uomo deluso dalla vita che cela le sue pene sotto il sorriso. Jean-Gaspard detto Baptiste, non abbandonò mai quel teatro, era attore del popolo, non tradì mai les enfants du paradis, fu re del teatro ignobile come lo definì Jules Janin.

Massicce demolizioni rasero al suolo la vecchia Parigi, il Théâtre des Funambules  scomparve, il mondo accelerava, al barone Haussmann non importava un fico secco di funamboli e mimi, boulevard ampi, vie di fuga per i soldati e poco spazio per le barricate, niente sommosse, d’altronde cosa abbatteva, un luogo di svaghi malsani e degradanti che abbrutivano le masse popolari di Parigi. Le pantomime di Reynaud, esili, tristi, rifiutavano tout-court progresso e industrializzazione, il sogno, ecco il rifugio dell’uomo moderno. Si chiudeva così il periodo più romantico del pre-cinema-puro, l’epoca delle invenzioni bizzarre e di esperimenti ottici che confluiranno nella macchina Lumière.

L’ultima rappresentazione al Cabinet Fantastique del  Musée Grèvin ebbe luogo il 28 febbraio 1900. Tutto venne dimenticato in fretta, Emile Reynaud distrusse teatro ottico e pellicole gettandole nella Senna, poi la guerra i figli al fronte e la morte solo povero e dimenticato nel 1918 all’Hospice des Incurables di Ivry. (6_continua)

Un delicato artigiano

In Cinema on 25 marzo 2012 at 10:41

Che qualcuno si ricordi di lui. Tra il 1892 e il 1900, mezzo milione di spettatori vide i suoi spettacoli al Musée Grèvin di Parigi. Eppure il suo ruolo nella storia del cinema è considerato marginale. Fu il primo ad organizzare in maniera consapevole e creativa proiezioni cinematografiche su di uno schermo, davanti ad un pubblico pagante e con l’accompagnamento musicale in sala. Tutto accadeva sullo stesso boulevard dove gli uomini erano ancora prigionieri dei loro sogni.

Emile Reynaud disegnava direttamente sulla pellicola le sue pantomime luminose piene di poesia e di ingenuità. Il suo teatro ottico, da molti non considerato nemmeno cinema, era di scena tutte le sere al Musée Grèvin. Emile era nato a Montreuil sous Bois dove Georges Méliès costruirà il suo teatro di posa. Appassionato di disegno, sfruttò le potenzialità delle vecchie lanterne magiche per animare in modo più moderno i vecchi disegni. Grande artigiano, meraviglioso “pittore di film”, come lo definirà Sadoul, svilupperà in diverse tappe un suo mondo di immagini che avrà come punto di arrivo Le Théâtre Optique.

Il principio è identico a quello del prassinoscopio, già brevettato da Reynaud nel 1877, ma l’introduzione delle pellicole flessibili di cellulosa rende possibile un numero di pose o disegni illimitato e non finito come nel caso del prassinoscopio. Reynaud brevetta il Teatro Ottico il 14 gennaio 1889. Nel brevetto descrive il dispositivo come “…un’ apparecchiatura che ha per scopo di ottenere l’illusione del movimento con una striscia flessibile di lunghezza indefinita che reca una serie di pose che possono venir disegnate o stampate…”. L’idea di cinema dovrebbe essere tutta lì, in quelle poche parole ed in quell’illusione del movimento. Emile impiega tre anni per perfezionare il suo Teatro Ottico e per disegnare le striscie di pellicola con le sue storie.

Il 28 ottobre del 1892 ha luogo la prima rappresentazione delle sue pantomime luminose al Musée Grèvin: Un bon bock 700 pose 50m. 12-15 minuti, Pauvre Pierrot 500 pose 36m. 10-12 minuti, Clown set ses chiens 300 pose 22m. 6-8 minuti. Emile Reynaud stesso provvede a far scorrere manualmente la pellicola, la durata dello spettacolo può quindi variare di qualche minuto, ma i sogni hanno per caso conti stabiliti? La musica suonata in sala è scritta dal maestro Gaston Paulin, direttore dell’orchestra del museo e, per le prime rappresentazioni sarà proprio Gaston, dietro le quinte, a cantare la serenata a Colombina in Pauvre Pierrot.

Il successo degli spettacoli di Reynaud non è certo inferiore a quello dei Fratelli Lumière e tutto ciò avviene tre anni prima della famosa serata al Grand Café. Questi primi tre soggetti vennero presentati per oltre un anno ad un pubblico assiduo e numeroso e, a partire dal 1° gennaio del 1895 due nuovi film si aggiungeranno ai primi tre: Un rêve au coin du feu ed Autour d’une cabine 636 pose, 45m. 12-14 minuti di proiezione. Quest’ultima pantomima sarà la più famosa, perché giunta fino a noi completa, ma è l’anno, il milleottocentonovantacinque, ed un salone indiano che decreteranno la fine delle illusioni sul movimento, ma seguirà un triste, solitario y final. (5_continua)