Il fantomatico bustametro venne introdotto nel bel paese il 1° luglio del 1977. Quel giorno fu stabilito che le buste dovevano avere un formato che variava da un minimo di cm 9×14 ad un massimo di cm 12×23,5. Non si sarebbero tollerate misure in difetto o in eccedenza, l’infernale dispositivo avrebbe (sembra) distrutto le missive non conformi con abbondanti dosi di napalm della migliore annata.
In realtà, come spesso sarebbe accaduto anche in seguito, la normativa entrerà in vigore solo l’anno dopo, nel febbraio del 1978, quando in Belgio scoppierà il famoso caso della suora Cécile Bombeek accusata dell’uccisione di ventun vecchi, ospiti dell’istituto in cui lavorava. Non so poi effettivamente che fine abbia fatto questo bustometro, ma spesso, almeno una volta all’anno, fa capolino nella mia buca delle lettere il calendario di Frate Indovino, scampato per miracolo alla certosina misurazione dell’apparato.
Strano come io ricordi con precisione fatti e date di avvenimenti, vissuti da un tredicenne che d’estate viveva in espadrillas consumate e maleodoranti. Ricordare esperienze concrete ed enunciarle secondo un’estetica ridondante, è organico alla mia cifra stilistica che si avvale dello strumento della memoria. Il punto più alto della mia infanzia cartacea lo raggiungo nel gennaio del 1977, con un albo che da allora non ho più rivisto e toccato fisicamente, nonostante una trentennale frequentazione di bancarelle e rigattieri finanche di infimo ordine, dove ho trovato di tutto, da un atlante in tedesco con le isole Andamane che diventavano Andamanen a Provolino a Li’l Abner e i Kigmi.
Pietra Filosofale, Araba Fenice, Gronchi Rosa della mia adolescenza dove sei ora e perchè ti ho dimenticato. King Kong, La più grande avventura di tutti i tempi, così recitava l’albo, con in copertina il gigantesco gorilla appollaiato sull’Empire State Building, che faceva scempio di biplani a motore dello Zio Tom. Nel bailamme della battaglia e nella rappresentazione plastica dello scontro, un dettaglio si ergeva a fuoco demistificatore e forma d’arte contemporanea; l’arancione dello sfondo.
Nel mondo in bianco e nero di allora, quel colore rappresentò per molti di noi la felicità e la speranza di un futuro migliore. Balle. Nel novembre dello stesso anno a Hull in Inghilterra la signora Ruby Carter verrà scippata da quattro giovani su monosci a rotelle. Lo skateboard entrerà tristemente nella storia del crimine nella città degli Housemartins e nell’anno in cui ne verranno venduti 60 milioni di esemplari in tutto il mondo.